LIBRO BIANCO SULLA RISORSA IDRICA | Potabilizzazione, depurazione, scarichi e riutilizzo - page 99

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• fornendo in breve tempo acqua potabile;
• intervenendo
tempestivamente
in
caso vi siano reti fognarie e impianti di
depurazione danneggiati.
Le principali problematiche inerenti ai
danni provocati alle reti di raccolta e
smaltimento delle acque reflue riguardano la
contaminazione dell’ambiente e il rischio di
diffusione di malattie.
Questi gravi disagi possono essere arginati
o almeno limitati intervenendo sulle strutture
con una pronta ricostruzione e con il
preventivo acquisto da parte degli Stati di
adeguati impianti di emergenza.
Infatti, possono essere impiegati vari generi di
impianti in grado di rispondere a tutti i vari casi
di emergenza, dalla necessità di produzione
di acqua potabile, alla raccolta di questa,
alla depurazione e allo smaltimento di acque
reflue.
A questo proposito distinguiamo le varie
tipologie di impianto inbase alle problematiche
da risolvere; generalmente sono disponibili
degli impianti di piccole dimensioni, installati
su carrelli trasportabili mediante ganci da
traino (universali o adatti a veicoli NATO e
comunque adattabili a una vasta gamma
di veicoli militari) oppure possono essere
di dimensioni maggiori e installati in dei
container; inoltre ulteriori diversificazioni sono
variabili in base alle tempistiche di utilizzo
previste, calcolate per breve, medio o lungo
periodo.
Oltre alla facile trasportabilità, un altro grande
vantaggio è che possono essere alimentati
in modo autonomo da pompe diesel o da
pannelli solari.
Infine, questi impianti risultano utili non solo
in condizioni di criticità. In caso non siano
disponibili fonti di acqua dolce sul territorio,
nei piccoli insediamenti abitati l’utilizzo di
questi sistemi può compensare alla penuria
di fonti di approvvigionamento: l’acqua viene
fornita alla popolazione mediante autobotti e
potabilizzata così in loco.
Qualora invece a mancare sia proprio la
possibilità di alimentare con elettricità,
esistono varie tecnologie che permettono di
supplire a questa difficoltà: oltre ai pannelli
solari già citati poco sopra, esistono anche
sistemi a gravità, come nel caso dei sistemi di
dosaggio dell’ipoclorito di sodio (già accennati
nel capitolo 2). Il funzionamento di questo
sistema sfrutta la naturale forza di gravità,
che consente il passaggio di soluzione dal
serbatoio (posto più in alto) alla vasca del
dosatore: l’erogazione dell’ipoclorito viene
regolata dallo spostamento di un galleggiante
che si sposta all’interno della vasca del
dosatore, che chiude il condotto tra la vasca
e il serbatoio quando il contenuto della vasca
è al massimo, e lo riapre, quando il livello della
soluzione (e il galleggiante) si abbassa. Il
dosaggio del liquido è regolabile mediante un
capillare, attraverso cui si scarica nella vasca
l’ipoclorito di sodio.
Ritornando agli impianti di emergenza,
riportiamo ora varie soluzioni differenziate in
base alla fonte di provenienza; si rimanda al
capitolo sulle acque potabili per le indicazioni
generali sulle varie tipologie di trattamento
impiegate.
CAPITOLO 5 |
IMPIANTI DI EMERGENZA
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